blog territori & paradossi: BEATRICE NICCOLAI

Abbiamo ricevuto oggi questo messaggio di Beatrice:

- Alla Municipalità di Favaro Veneto

- A Giuliano Brandoli
- All’Associazione Territori e Paradossi

- Alla Compagnia Teatrale Arte Povera
- All’attrice Valentina Longo
- Alla Scuola di danza Paso Libre

- Alla ballerina Martina Furlan

- Al poeta Alessandro Bon

- Al gruppo musicale Quid

Pasqua 2008

Ogg: Le nostre donne

Perdonatemi innanzitutto il non avervi potuti salutare come invece avrei voluto.
Non ero indipendente e chi mi accompagnava in auto non stava troppo bene per poter poi rimanere
con voi.
E’ una buona scusa questa per poter tornare, indipendentemente.

Sono passate due settimane intere da quel 1 marzo in Favaro Veneto, dove sono poi tornata con la bora scura, di ritorno dalla terra di confine, quella in cui ho avuto modo di conoscere la terra di Pier Paolo Pasolini.

Ringrazio innanzitutto Giuliano per avermi spiegato il segreto delle scorze d’arancia in un barattolo di marmellata d’agrumi. – Devono essere poche e rare tanto da essere prezioso il trovarne –

Credo che tu Giuliano abbia impersonato la poesia. Non tanto quella sera ma nel prima. Il momento a mio avviso più bello di ogni momento, perché racchiude le aspettative che dà l’attesa. I cristiani sono legati all’attesa nell’Avvento prima di natale.

Gli amanti sospirano per un ‘ a rivederci’ – le giovani coppie nel progettare i loro domani.
E ringrazio l’Associazione Territori e Paradossi per avere con la Municipalità di Favaro Veneto, reso possibile questo incontro.

Visto dagli occhi di donna, credimi è cosa rara trovare una persona che ci insegni la speranza, non nelle parole ma nel credere che sì, qualcosa di diverso sia possibile.
Grazie dal più profondo del cuore per essere stato pilastro di ognuno di noi.
Me in prima persona.

Un grazie va a Martina di Paso Libre - l’unica di tutti noi che non ha potuto ‘partecipare’ al di qua del palco alla serata de ‘le nostre donne’.
Grazie per aver avuto cura anche te nel prima, nelle lunghe settimane precedenti l’arrivo del marzo,
delle gesta di vitalità della donna.
Nell’ultimo pezzo, eri molto più libera, il viso meno teso, e movenze più libere. Sei stata bravissima, grazie per averci emozionato e grazie per essere stata il sospiro che è in ogni donna.

Grazie Valentina per aver dato voce alle mie parole.
Grazie per tutto il tempo che hai loro dedicato e grazie per averlo fatto con cura e amore.

Un grazie ad Alessandro Bon che ha testimoniato un percorso di parole.
Dove nasce e come esplode, anche negli inverni della vita, qualcosa che è frutto di un dolore.

Un grazie a Claudia dei Quid a cui ho rubato, senza preavviso, la dolcezza della voce.

un grazie a tutti i tecnici della Compagnia Arte Povera.
Per la professionalità, per la cura e la disponibilità.
Grazie per avermi quasi obbligata a fare una scaletta…
(ogni volta è la stessa storia per me, non do mai la giusta importanza alle scalette, ma servono!)
Siete stati bravissimi.

Un grazie ad Andrea dei Quid che ha accompagnato con la chitarra Claudia e Valentina in ogni pezzo recitato.
Sei stato preziosissimo, come anche prezioso è stato il fiato di quel giovane trombettista di cui non ricordo il nome che ha chiuso la serata con ‘la vie en rose’ della Piaf…

Un grazie alla Municipalità di Favaro Veneto che ha scelto di dare spazio alla poesia,
pensando alle Donne.

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Devo essere onesta,

ho avuto, grazie a ognuno di voi la percezione che un mondo buono è ancora possibile.
Questo mi sta regalando giorno dopo giorno, negli incontri, la poesia.

Sempre per il mondo cristiano inizia oggi una settimana importante.
Quella che dichiara e afferma la Resurrezione.
Io non ho il privilegio di un Dio, o meglio, ne soffro l’assenza.

Da quando faccio parole il prete del paese aveva smesso di salutarmi,
evitava me e i miei affetti più stretti.
Dopo anni, questo è il primo anno che è tornato a bussare alla mia porta per benedire casa.
Mi ha chiesto di mio figlio, poi a lungo abbiamo parlato delle parole.

Mi ha ringraziata per lo scrivere ed ha voluto benedirle.

E’ stato un atto di pace che ho apprezzato molto.

Vi lascio qui una Poesia che amo molto di Alda Merini e una mia,

scritta oggi.
Siano sereni, nelle vostre vite, questi giorni e non solo questi.

Terra Santa

Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch'io la mia Palestina,
le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c'era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che urlava al Cielo
tutto il suo amore in Dio.

Noi tutti, branco di asceti
eravamo come gli uccelli
e ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Salvatore.

Fummo lavati e sepolti,
odoravamo di incenso.
E dopo, quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno.

Ma un giorno da dentro l'avello
anch'io mi sono ridestata
e anch'io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione,
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all'inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.

Alda Merini

Atto di dolore

Quanti agnelli
hanno pascolato i silenzi
dentro gli sguardi a cui è negato
il gesto di un arrivederci?

Rugiada, in ogni stagione,
riveste gli alberi.

Hanno la lucidità di un giorno di pioggia
i silenzi sospesi
dietro le verdi colline
della passione di una donna.

Una passione lunga troppe vite
perchè esista 'benevolenza'
e sarai santa in ogni giorno
che non sia festa.

Cristo t'inviterà
e in sè uomo
perdonerà i peccati della tua carne
e sarà solo mia la colpa
d'esistere d'amore,
ora e per sempre.

Eppure lui lo sà,
che dove tu preghi focolare
io sanguino sulla porta chiusa

un interminabile
atto di dolore.